Nine Eleven has just shared a track from the upcoming album “Sentinels”, to be out this fall.
Song is titled “Guidecca”, check it out: https://youtu.be/nfNZqFj-qRw
Preorders will be up September 19th, via www.epidemicrecords.net/store
===============
I Nine Eleven hanno appena condiviso una traccia dal loro nuovo album “Sentinels”, in uscita questo autunno.
La canzone si intitola “Guidecca”, ascoltatela: https://youtu.be/nfNZqFj-qRw
I preorder partiranno il 19 Settembre, via www.epidemicrecords.net/store
Discomfort (Italy / UK) and False Light (South Carolina, USA) release a split on vinyl which sees the light thanks to the efforts internationally between Assurd Records (Italy), Epidemic Records (Italy), Eastrain Records (France) and Headfirst Records (USA).
***RITIRO A MANO al Release Party del 27 Luglio a Padova: usa il codice EPIDEMICASSURD al check out e annulli le spedizioni! – SOLO PER RITIRI A MANO AL CONCERTO O TRAMITE EPIDEMIC E ASSURD (contattateci per concordare il ritiro in caso)***
European preorders will be shipped starting from August 10th.
Pressing: 500 copies
100 Red vinyl (limited edition! Preorder exclusive)
200 Transparent smokey vinyl
200 Black vinyl
Pack #1: Red vinyl (limited edition, preorder exclusive; comes with an extra 30x30cm fluo screenprinted cover art on black cardboard) (13 €)
Pack #2: Red vinyl (limited edition, preorder exclusive; comes with an extra 30x30cm fluo screenprinted cover art on black cardboard) + Discomfort T-Shirt (Gildan, white) (20 € instead of 23; -13%)
Pack #6: Black vinyl + Discomfort T-Shirt (Gildan, white) (20 € instead of 22; -9%)
Pack #7: Red vinyl (limited edition, preorder exclusive; comes with an extra 30x30cm fluo screenprinted cover art on black cardboard) + Transparent smokey vinyl + Black vinyl (30 € instead of 37: -19%)
Pack #8: Red vinyl (limited edition, preorder exclusive; comes with an extra 30x30cm fluo screenprinted cover art on black cardboard) + Discomfort T-Shirt (Gildan, white) + Epidemic Records T-Shirt (Earth Positive, black) + Assurd Records T-Shirt (Gildan, red cardinal) + Epidemic Records Tote Bag (black) + Assurd Records Tote Bag (cotton) (42 € instead of 57; -26%)
ATTENTION! Epidemic Records E-Store offers 10% OFF on your first order, using the code SALE10 at the check out; This discount works on all the products on the website, BUT preorders (which already are at a very good price). It will just affect the other products in your cart. Shipping costs are calculated automatically and you can have a preview for them in your cart.
The cover artwork is by Ethan Lee McCarthy (Primitive Man).
Both False Light and Discomfort have many shows and tours under their belts. The bands will be embarkingon a tour across the United States August 4th-22nd.
08/04 Charleston SC
08/05 Columbia SC
08/06 Charlotte NC
08/07 Savannah GA
08/08 Atlanta GA
08/09 Murfreesboro TN
08/10 Memphis TN
08/11 St. Louis MO
08/12 Chicago IL
08/13 Detroit MI
08/14 Cincinnati OH
08/15 Columbus OH
08/16 Pittsburgh PA*
08/17 Lancaster PA*
08/18 Philadelphia PA*
08/19 Clifton NJ*
08/20 Baltimore MD*
08/21 Richmond VA
08/22 Washington DC
* With Black Mask on selected dates
===============================
***PREORDER INFO***
I Discomfort (Italia, UK) e i False Light (USA) pubblicano uno split su vinile che vede la luce grazie ad una collaborazione internazionale tra le italiane Assurd Records ed Epidemic Records, la francese Eastrain Records e l’americana Headfirst Records.
***RITIRO A MANO al Release Party del 27 Luglio a Padova: usa il codice EPIDEMICASSURD al check out e annulli le spedizioni! – SOLO PER RITIRI A MANO AL CONCERTO O TRAMITE EPIDEMIC E ASSURD (contattateci per concordare il ritiro in caso)***
Pack #8: Vinile rosso (edizione limitata esclusiva preorder; include artwork fluorescente serigrafato su cartoncino nero 30×30) + T-Shirt Discomfort (Gildan, bianca) + T-Shirt Epidemic Records (Earth Positive, nera) + T-Shirt Assurd Records (Gildan, red cardinal) + Borsa Epidemic Records (nera) + Borsa Assurd Records (color cotone) (42 € anziché 57; -26%)
ATTENZIONE! Epidemic Records E-Store offre uno SCONTO del 10% sul primo ordine utilizzando il codice SALE10 in fase di check out; Questo sconto è valido per tutti i prodotti presenti sul sito che aggiungerete al vostro ordine, ma NON per i preorder (che hanno già prezzi più che vantaggiosi). Verrà pertanto applicato solo agli altri prodotti del vostro carrello. Le spese di spedizione vengono calcolate automaticamente e potrete conoscere le vostre opzioni in anteprima.
La copertina del disco è realizzata da Ethan Lee McCarthy (dei Primitive Man).
Sia i False Light che i Discomfort hanno all’attivo numerose date e tour. Le band saranno on the road insieme negli Stati Uniti dal 4 al 22 Agosto.
08/04 Charleston SC
08/05 Columbia SC
08/06 Charlotte NC
08/07 Savannah GA
08/08 Atlanta GA
08/09 Murfreesboro TN
08/10 Memphis TN
08/11 St. Louis MO
08/12 Chicago IL
08/13 Detroit MI
08/14 Cincinnati OH
08/15 Columbus OH
08/16 Pittsburgh PA*
08/17 Lancaster PA*
08/18 Philadelphia PA*
08/19 Clifton NJ*
08/20 Baltimore MD*
08/21 Richmond VA
08/22 Washington DC
DIYSCO.com, un giovane ma molto interessante progetto web indirizzato a chi vive in quella galassia chiamata “Musica”.
Musicisti, band, etichette, grafici, locali, promoter… tutti possono trovare spazio su DIYSCO.
Sempre più persone stanno rivolgendosi al sito, l’attenzione aumenta, l’interesse pure. Ma è veramente la bombetta che ci sembra essere? Ce lo spiega Diego, una delle menti (ma anche delle paia di braccia) dietro al progetto. Abbiamo fatto domande interessanti e abbiamo ricevuto risposte ancora più interessanti. Da leggere!
Cos’è DIYSCO? Volete dire una volta per tutte alla gente come va pronunciato?
Haha… DIYSCO nasce dall’unione di “DIY” e “discover”. Quindi si legge “disco”, come discoteca.
Da dove viene l’idea?
Era l’estate del 2014, mi trovavo in macchina e stavo ascoltando una trasmissione radio nella quale si raccontava come negli anni ’80 fosse abitudine per le band quella di portare le proprie demo-tape ai negozi di dischi delle etichette discografiche preferite della città. Il titolare dell’etichetta contattava poi le band con una lettera nel caso in cui avesse poi deciso di produrle. La storia era un attimo più avvincente di come l’ho raccontata io, perché di fatto venivano presi come esempio Kurt Cobain e i Nirvana. La cosa che ha stimolato il processo creativo è stata che in un certo senso in tutta la attuale digitalizzazione dei rapporti e dei contenuti musicali si sia persa un po’ per strada la relazione umana. L’idea embrionale di DIYSCO consisteva nella creazione di una specie di network/etichetta che pur essendo sul web, riuscisse a ripercorrere delle logiche relazionali un po’ meno fredde e distaccate dei network di oggi per la musica. Myspace in un certo senso è riuscito per un po’ di anni a farcela, prima di essere affossato per motivi che ancora oggi non comprendo a pieno.
Perchè una band / etichetta / musicista o altro dovrebbe iscriversi a DIYSCO?
Sono di parte, ovviamente, ma credo che ci siano diversi motivi per i quali chi è nella musica potrebbe pensare di essere su Diysco. Innanzitutto penso che i profili personali abbiano funzioni utili, come ad esempio la possibilità di vendere o scambiare strumentazione tra persone riconoscibili. Le pagine invece offrono alle etichette per esempio la possibilità di caricare il proprio catalogo, e questo fa si che navigando i profili delle etichette in poco tempo si possano conoscere nuovi artisti, che magari sono anch’essi sul sito, e che magari hanno appena fatto uscire una tshirt che ci piace e che vogliamo comprare.
Cioè quello che voglio dire è che DIYSCO è uno strumento prima di tutto di scoperta. Serve a curiosare nella musica.
La cosa che differenzia la piattaforma da tutte le altre è poi che si tratta di un network glocal, quindi sul sito troverete solo band italiane, e man mano che il sito crescerà si potrà in poco tempo avere una panoramica della scena di ogni città.
Voi o chi ha usufruito del servizio, avete visto dei tangibili risultati frutto unicamente della visibilità ottenuta con DIYSCO?
Forse dovremmo chiederlo alle band. Dal nostro punto di vista credo di poter dire che pur essendo noi stessi una realtà emergente, nel corso del primo anno abbiamo dato spazio a tantissime band e artisti di generi differenti, dal punk all’elettronica, passando per l’indie e per i generi più sperimentali.
Sono sicuro che alcune di queste band qualche piccolo beneficio lo abbiano avuto, sia che si tratti di avere 1 fan in più grazie a noi, o di aver venduto 1 disco. Senza di noi magari non sarebbe successo, e questo è il senso di ciò che facciamo.
Qual’è la cosa più difficile da fare quando si progetta un sito come questo?
Sicuramente le cose difficili son principalmente due: la prima è quella di dare una utilità al portale, ovvero di rispondere ad un bisogno del pubblico al quale ci si rivolge. La seconda è di riuscire a risultare facilmente comprensibili. Il sito deve essere facile da usare, intuitivo e veloce. La maggior parte del nostro tempo la investiamo in questo senso.
Pensate che il vostro sito possa offrire qualcosa che i vari social network già non offrano in termini di visibilità e presenza internet per le band? E se sì, che cosa?
DIYSCO è un mashup. Prende ingredienti diversi per creare una cosa nuova. Permette di far rete all’interno della propria nazione in modo più efficace, semplicemente perché essendo un contenitore più piccolo dei tradizionali social, i meccanismi risultano più gestibili, e le persone presenti sul sito possono promuovere in modo mirato ciò che fanno risultando più rilevanti rispetto ad un network popolato da decine di milioni di utenti. Ha davvero senso partire dal grandissimo per arrivare (forse) a sapere cosa c’è nel piccolo? Pensiamo abbia più senso sapere cosa c’è di buono attorno a noi prima di tutto…
Qual’è il tallone d’Achille di DIYSCO e cosa farete per migliorarlo?
Sicuramente il fatto di essere poche persone a dover gestire molte attività legate al sito. Tanto per farti capire, siamo in 4, e ognuno di noi lavora, chi in proprio chi come dipendente. Ogni settimana ci sono concerti e festival ai quali vorremmo esser presenti, ma spesso sono distanti e non sempre possiamo andare. Inoltre l’attività del sito si divide in prendersi cura del sito che ora è online quotidianamente, ma nel frattempo sviluppare le funzionalità e le novità che dovranno uscire nelle settimane seguenti. È un progetto super-stimolante, ma molto impegnativo.
Intravedete la possibilità per DIYSCO di varcare i confini italiani oppure è stato pensato come progetto unicamente rivolto all’Italia?
Il progetto originale prevede che ogni nazione abbia la propria release della piattaforma e la propria homepage dedicata, ma che gli utenti delle diverse nazioni possano poi interagire tra loro generando reti. Questo però è un punto che può essere affrontato tra alcuni mesi, prima vogliamo rendere la versione italiana efficiente al 110% e popolata. Sarebbe davvero un sogno che si realizza quello di aver dato vita e ad un social network italiano partendo da qui e non dovendo emigrare.
Siamo molto ben consapevoli delle difficoltà e degli ostacoli. Ma per ora abbiamo avuto l’aiuto di tantissime band, etichette e di un sacco di persone che credono nel progetto e che spero lo sentano anche come loro.
Ci sono altri strumenti / applicazioni / siti che suggeriresti ad un musicista / etichetta / band? C’è la possibilità di integrare questi servizi con quelli già offerti da DIYSCO?
Nella piattaforma nuova abbiamo dato la possibilità di incorporare praticamente qualsiasi cosa esistente sul web: soundcloud, spotify, youtube, bandcamp ecc…
Sicuramente l’offerta è molto buona. Tutte queste piattaforme dal punto di vista tecnico sono incredibili. Se dovessi però suggerire qualcosa a chi ama la musica direi prima di tutto di seguire le webzine musicali e i blog, soprattutto quelli che si sforzano di fare ricerca e proporre musica di qualità e non di fare cartello.
Qual’è la cosa più bella e quale la cosa più brutta che vi sono state dette circa DIYSCO?
La cosa più bella che ci sentiamo dire è “andate avanti”. La cosa più brutta onestamente devo ancora sentirla.
È capitato che un ragazzo abbia scritto un commento tipo “del DIY con la Partita Iva mi fido poco” sotto ad un post. L’ho contattato e gli ho spiegato perché per gestire un social network con nomi, mail e password serva una partita Iva in Italia e penso nel mondo. Adesso è un utente attivo del sito e credo apprezzi ciò che stiamo facendo e sono molto contento di questa cosa.
Lascio carta bianca per poter aggiungere qualsiasi cosa vogliate.
Non mi hai chiesto come facciamo a guadagnarci, che è generalmente la domanda più gettonata… 🙂
Per ora non ci guadagnamo, anzi, ci spendiamo per mantenere i server. DIYSCO dall’inizio è auto-finanziato e auto-prodotto dalle persone che ci lavorano. Essendo un gruppo di web designer, sviluppatori, grafici e blogger possiamo contribuire al progetto col nostro lavoro senza svenarci per pagare professionisti del nostro stesso settore. L’idea di sostenibilità che abbiamo è basata su un’utenza tale che permetta una raccolta pubblicitaria non invasiva e basata su sani principi che basti a remunerare almeno in parte il nostro lavoro.
The french hardcore punk band Nine Eleven has just announced something highly anticipated by many fans: a new LP, called “Sentintels”.
Recorded and mixed by Amaury Sauvé and mastered by New East Alliance Studio (USA), “Sentinels” is a solid blend of anger, heavy sounds and melody, which is we all love in this band, but there are also new very interesting ideas and influences, which make this album sound like none of those released before.
The artwork is an amazing piece by Lost Paper. The album is coming out in vinyl (1000 copies, the fruit of a shared effort of 16 international labels (Emergence, Sieve & Sand, Guerilla Asso, Don’t Trust The Hype, Bad Mood, I For Us, Epidemic Records, Trivel, Hardcore For Losers, UxP, World’s Appreciated Kitsch, I Corrupt, Dingleberry, Grains Of Sand Records, Unlock Yourself, Désordre Ordonné), CD (300 copies, thanks to the Japanese label Jupiter Records) and 50 tapes (Ashes Cvlt Records).
Nine Eleven is also going to hit the road with Geraniüm (France), from October 19th to 30th.
The album release date is going to be set around the end of September/beginning the October.
Previews and preorders are coming soon. For now: just expect a great album we’re sure won’t let you down!
I NINE ELEVEN hanno appena annunciato un nuovo album e un nuovo tour!
La band hardcore punk francese Nine Eleven ha appena annunciato qualcosa di molto atteso da tanti fan: un nuovo LP, chiamato “Sentinels”.
Registrato e mixato da Amaury Sauvé e masterizzato da New East Alliance Studio (USA), “Sentinels” è un solido mix di rabbia, sonorità potenti e melodia, ossia ciò che tutti amiamo in questa band, ma ci sono anche nuove interessanti idee ed influenze, che rendono il suono di questo album non completamente comparabile a quelli precedenti.
L’artwork è uno stupendo pezzo di Lost Paper. L’album uscirà in vinile (1000 copie, il frutto di uno sforzo condiviso tra 16 etichette internazionali (le italiane Epidemic Records e Trivel, poi Emergence, Sieve & Sand, Guerilla Asso, Don’t Trust The Hype, Bad Mood, I For Us, Hardcore For Losers, UxP, World’s Appreciated Kitsch, I Corrupt, Dingleberry, Grains Of Sand Records, Unlock Yourself, Désordre Ordonné), CD (300 copie, grazie alla giapponese Jupiter Records) e 50 cassette (Ashes Cvlt Records).
I Nine Eleven saranno anche on the road con I Geraniüm (Francia), dal 19 al 30 Ottobre.
La data di uscita dell’album sarà attorno alla fine di Settembre/inizi di Ottobre.
Anteprima e preorder arriveranno presto. Per ora: aspettatevi un ottimo album che siamo sicuri non vi deluderà!
Marco Pasini è noto a tutti come Paso. Il suo forte accento romagnolo non traspare dalle parole scritte nel suo blog “For The Kids“; quello è prerogativa delle belle chiacchierate e dei divertenti scambi di battute che potreste fare con lui incontrandolo a qualche concerto. E credetemi, l’ipotesi di incontrarlo è tutt’altro che remota: Paso segue miriadi di band, ascolta montagne di dischi e ne sa a pacchi sull’hardcore e anche sulla vita in generale.
Di solito è lui che intervista. Ora diventa l’intervistato sul Blog di Epidemic Records. Sono estramamente contento di condividerla con voi. Un’intervista genuina, sincera, senza pose, carica e interessante. Proprio come è il Paso. Buona lettura!
Chi è Marco Pasini detto “Paso” e cos’è For The Kids?
Marco Pasini è un trentasettenne che vive a Cesena, in Romagna. Lavora come corriere presso un laboratorio di isto-patologia ormai da nove anni, e prima di trovare questo impiego ha fatto di tutto, dal vendere dischi (il nome For The Kids viene da li), il grafico, l’addetto in un servizio di televigilanza, l’operaio per allestire un negozio di ferramenta in un centro commerciale attaccato a casa (che poi è miseramente fallito), il commesso/grafico/tuttofare in uno skate shop di Rimini (miseramente fallito pure questo, ma avevo abbandonato la barca già da un pezzo), il corriere addetto al trasporto sangue/ferri sterili per un’agenzia di trasporti di Cesena che lavora con il locale ospedale, l’universitario e poi… Mi sembra basta, ehehe! In mezzo a tutto ciò ho viaggiato un po’ per il mondo, ho visto tonnellate di concerti, conosciuto persona interessanti e non, insomma mi sono divertito molto. Divertimento che continua ancora oggi, ma in formato “più maturo” diciamo. D’altronde rispetto a dieci anni fa sono molto cambiato, ed è giusto che sia così. Per ciò che riguarda il mio blog, For The Kids, il tutto è partito nell’inverno del 2012, quando complice una nevicata che oserei dire maestosa, mi sono praticamente trovato bloccato in casa per due settimane. Una mattina mi alzo, e dopo essermi lavato i denti, mi si accende la lampadina e penso: “Perchè non mettere in pratica quel progettino che ti frulla da tanto tempo per la testa, invece di sciropparti per la ventesima volta le repliche dell’A-Team?” Detto fatto, ho cominciato. All’inizio il discorso sarebbe dovuto essere stato circoscritto solo ed esclusivamente agli anni ’90, visto che li ho vissuti direttamente e per me sono e saranno irripetibili. Poi progressivamente ho deciso di allargare il discorso anche ai giorni nostri, visto che tutt’ora seguo assiduamente la scena. Ad oggi For The Kids conta oltre 158.000 accessi con oltre 550 post. Non male direi, per un blog nato senza troppe pretese. Sembra che venga apprezzato in giro e questo mi fa un immenso piacere.
Hai scritto altrove prima di For The Kids? Collabori attualmente con altri siti e fanzine?
Prima di For The Kids ho scritto per il catalogo merchandise di Negative, dove addirittura venivo pagato, ahaha! Esperienza molto divertente, nata quasi per caso quando venni contattato dal loro staff. Forse impressionati dai miei ordini, ahaha! Ora scrivo per Salad Days e New Noise, e per me è un onore. Per me scrivere di musica è rilassante e allo stesso tempo mi permette di ampliare i miei ascolti. Poi il fatto che ora ti mandino solo promo pack con info, cover, foto ed mp3 è per me una cosa meravigliosa. In passato mi giungevano cariolate di cd, e quasi tutti li ho regalati, ahaha!
Ormai possiamo dire che il dibattito Fanzine vs Webzine sia pressoché concluso. Eppure la carta stampata ha sempre un suo fascino. Ci sono fanzine (o riviste) che escono tuttora che consiglieresti?
Non credo sai che il dibattito sia concluso. Magari in Italia lo è, visto che purtroppo pure in campo hardcore non è che siamo proprio delle cime, ahaha! Personalmente cerco di arraffare più fanzine che posso. L’ultima che ho letto è “Lungidame”, veramente ben fatta e molto profonda. Poi come non ricordare Porro ‘zine, forse l’ultimo baluardo in questo paese di intendere l’hardcore, travalicando l’hardcore stesso, ehehe! Le fanzine sono l’ossatura del punk hardcore, un po’ come i posti piccoli e claustrofobici. L’hardcore è partito con esse, e ha le sue radici li. Oggi ci sono un sacco di webzine, ma che cosa mi rappresentano? Domande spesso banali, recensioni con termini altisonanti ma che stringi stringi sono lo zero assoluto. In più, molto spesso, chi le fa è mosso solo dalla possibilità di scroccare materiale promo e magari chiede di essere messo in lista ad un concerto in cui si pagano cinque euro di ingresso. Mi riservo almeno un paio di ore a settimana per scandagliarle, e devo ammettere che la qualità è davvero bassa (non che For The Kids sia questo granche’, ahaha!). Due blog che mi piacciono molto sono xUndisputed Attitudex e XanarcoXedgeX, poi la storica Thrashmaniac (ciao Pius!). Per ritornare al discorso di prima: per me non ha senso paragonare una webzine ad una fanzine. Anche se la matrice è sempre quella, ci sono molte differenze (bella scoperta, direte voi, ahaha!). Sono sempre a favore di queste ultime: l’odore della carta, quelle belle paginone magari realizzate con il cut and paste, quelle belle foto fotocopiate, quegli artwork così creativi. Semplicemente sublime.
Spesso, anche facendo il paragone con altri Paesi in cui le cose sono più sviluppate e strutturate, ho l’impressione che in Italia manchino le connessioni tra la scena più underground e un certo pubblico comunque interessato o potenzialmente interessato, permettendo a band, etichette, organizzatori di concerti, di raggiungere solo una nicchia ristretta, spesso costituita in gran parte dagli “addetti ai lavori” stessi. Cosa manca nel circuito hardcore / punk italiano per poter riuscire a creare una valida alternativa al mainstream, secondo logiche DIY, ma comunque efficace, che possa aiutare l’underground (nella fattispecie l’hardcore e il punk) a crescere?
Manca la mentalità, ahaha! Siamo un paese di mediocri, e questa mediocrità si riflette pure nell’hardcore. Il problema è che alla stragrande maggioranza di chi per esempio va a vedere i Sick Of It All non gliene frega un tubo della fanzine fotocopiata o della tape in cinquanta copie. Sta tutto lì. Brutto da dire, ma è la pura verità. Il pubblico italiano è molto superficiale e vuole tutto e subito, senza cercare di scavare un po’ più a fondo. Secondo te, perche’ in Italia c’è stata l’espolosione del metal core, con concerti stipati gente? Perchè quella è musica che non necessita di approfondimento alcuno. L’unica cosa che devi fare è scegliere la maglietta con l’artwork più osceno e sei a posto, ahaha! L’hardcore, per come lo intendo, necessita grande spirito di pazienza e di buona volontà per essere sviscerato. Non ci si può fermare solo al lato puramente estetico/musicale. Il metal core (ma anche il punk rock) hanno spopolato perche’ non necessitano di molto per essere compresi. Vai al concerto, ti stappi la tua bella birra, poghi (o ti cimenti in una simil violent dancing), compri la magliette e torni a casa. L’unica cosa che ti è rimasta è l’hangover se hai esagerato troppo con la suddetta birra, oppure la gola asciutta se hai limonato, ahahah! Penso che in Italia il picco massimo di crescita dell’hardcore do it yourself l’abbiamo raggiunto. Picco molto basso rispetto ad altri paesi, ma è pur sempre un risultato. Ora bisogna fare in modo di mantenerlo, anche se è dura. Comunque il tutto si riduce ad una differente cultura: negli altri paesi europei secondo me c’è ancora voglia di scoprire, nel nostro paese ci si accontenta e basta.
Parliamo un po’ di te: sei noto per essere un grande collezionista di dischi in vinile. Acquisti anche CD? Scarichi musica digitale a pagamento?
Premetto: non mi considero un collezionista di dischi. Sono semplicemente una persona a cui piace comprare questi pezzi di plastica (meglio se colorati), ascoltarli, leggerne i testi e ammirarne la grafica. Li acquisto solo ed esclusivamente nel circuito do it yourself (tranne qualche eccezione, ma nessuno è perfetto, ahaha!) proprio perche’, per me, sono più che semplici pezzi di plastica. Dietro ad ogni vinile che recupero dal circuito hardcore c’è la passione, la dedizione ed anche un pizzico di incoscienza nell’averlo prodotto. Mi piace pensare di portare a casa qualcosa di unico, quasi fosse un piccolo segreto. Sui vinili sono un gran sentimentale, mi piace studiarli approfonditamente e capirne tutti i dettagli che lo compongono. No, mai acquistato musica digitale a pagamento. Un po’ perche’ preferisco acquistare il supporto “reale”, un po’ pe
rche’ scarico pochissimo e ascolto quasi tutto in streaming tramite Bandcamp o Spotify.
For The Kids pubblica spesso recensioni e notizie relative a nuove band e nuove uscite. Ti è mai capitato di dover declinare alcune richieste? Con quali motivazioni?
Molto più spesso di quello che mi piacerebbe credere, ahah! Proprio oggi ho ricevuto una email nel quale mi si chiedeva di pubblicare il comunicato stampa di un gruppo reggae, ahaha! Questo accade perchè vedono che l’email è collegata ad un blog, non leggono di cosa il blog tratta, e ti inondano di comunicati. Molto spesso non ho pubblicato news perchè provenienti da realtà mandate avanti da personaggi che non mi stanno particolarmente simpatici (che però insistono). Questo ovviamente riguarda anche il discorso recensioni. Ma il top lo raggiungo quando i gruppi mi contattano e mi chiedono di essere intervistati. Sinceramente a quei livelli non ci sono ancora giunto, ma ci sto lavorando, ahaha!
Perchè qualcuno dovrebbe visitare For The Kids? Cosa offre rispetto ad altri siti o webzine? Possiamo dire che sia uno dei pochi siti italiani a trattare esclusivamente di hardcore; hai mai pensato di svilupparlo per coprire ancora di più questo genere?
For The Kids offre la genuinità e la semplicità di me stesso, tutto qui. Niente paroloni, niente giudizi, niente pose da rockstar. Solo tanta passione e concretezza. Non mi vedrai mai elemosinare per avere un promo o un accredito per un concerto. Questo lo lascio a chi gli piace la formula del “regalino”, ahah! For The Kids offre magari delle interviste molto approfondite, che cercano di scavare il più a fondo possibile. Domande molto mirate e precise, spesso anche difficili (come mi è stato più volte detto, eheheh!). Ne leggo parecchie di interviste, e quasi mai soddisfano la mia morbosa curosità, ahaha! Sì, tratto quasi esclusivamente di hardcore, perchè mi viene più congeniale. Comunque ultimamente sono passate anche band stoner, psichedeliche, visto che ascolto anche quei generi li. In futuro cercherò di allargare il più possibile il range dei generi trattati, sempre rimanendo in campo estremo. Sai, come nella mia vita del resto, io credo di aver completato il cerchio magico dell’esistenza. Non credo che vorrò allargare il blog più di così. Per me è una sorta di diario, in cui posto ciò che mi piace supportare. Non mi va di finire come quei mega portali punk hardcore o metal che pur di fare venti click in più, pubblicano per l’ennesima volta il fatto che le dichiarazioni di Dave Mustaine sul fatto che nel 1983 è stato cacciato dai Metallica, ahaha!
Ti ricordi Save Your Scene? E Sceneboot? Raccontaci qualcosa di divertente successo su entrambe le board. I ragazzini di oggi non sapranno mai cosa si sono persi!
Me li ricordo sì! Quanta imbecillità concentrata in centinaia di post. Cosa è rimasto di tutto ciò? Il nulla più totale, ahaha! Anche perchè la stragrande maggioranza di quei soggetti si è dissolta nelle nebbie, ahaha! Guarda, io più che altro ero spettatore e non ho quasi mai preso parte alla cosa. Credo anche di aver rimosso tutto, ahaha! Comunque mi ricordo i post sul concerto degli Zao a Pisa, la diatriba sui fantomatici soldi gabbati da esponenti di Save Your Scene dopo un concerto da loro organizzato, prontamente ridicolizzati in un video degli Headed Nowhere… Comunque tu dimentichi Milano Messageboard, altro crogiolo di finissimi intellettuali, ahaha! (è vero, l’avevo rimossa, forse per tutela delle mie facoltà mentali! NdGab)
Penso sia innegabile parlare di svuotamento di contenuti nell’hardcore. A cosa pensi sia dovuto? Credi che ci sia ancora spazio per l’hardcore come ambiente in cui poter apprendere e approfondire, soprattutto per i più giovani, certe tematiche oppure è da considerare alla pari di altri generi ormai del tutto appiattiti?
Guarda, io da questo punto di vista sono molto amareggiato lo ammetto. Ormai l’hardcore è solo una vetrina in molti casi, in cui si fa la “passerella” per vedere chi è il più figo, in cui ha preso piede anche una certa attitudine da metallaro che non mi piace per niente. L’animalismo è una tematica quasi scomparsa, anzi molto spesso c’è gente che mi dice: “Ma come, sei ancora vegan?”, ed io gli rispondo: “Certo citrullo, lo faccio anche per distinguermi da personaggi come te!”, ahahah! Lo straight edge poi non ne parliamo, ormai sembra una cosa preistorica e da bacchettoni. Il problema, caro Gab, è che in Italia c’è troppa gente che apre la bocca solo per darle fiato. Gente che fino all’altro giorno ascoltava nu metal e immondizia varia, che ora si erge a baluardo di conoscenza e saggezza. Pittoreschi personaggi che danno giudizi, che esprimono in maniera arrogante le loro argomentazioni. Io, nel mio piccolo, vi consiglio di farvi una bella doccia di umiltà e di pensarci bene prima di aprire la bocca. Però, c’è sempre un però. Credo ancora che il vero hardcore, quello fatto di posti piccoli, magliette e dischi autoprodotti, strumentazione sgangherata, discorsi fra un pezzo e l’altro esista ancora. E’ piccolo, si vede poco, ma c’è. Sì, è ancora un ambiente dove (come dicevo più su) chi ha la pazienza, può approfondire, cercare di utilizzarlo come lente per guardare questo mondo ormai al collasso più totale. Il soffermarsi a leggere quello che c’è scritto su un poster appeso nella sala concerti dove ti appresti a vedere una band, il prendere in mano un volantino, lo sfogliare un libro messo a disposizione dai ragazzi del posto perchè tu possa magari capire il dramma del popolo curdo, ecc. ecc. Questo per me è hardcore. L’hardcore non è solo vinili e magliette, ma è soprattutto l’attitudine che hai nel fare le cose. Hardcore vuol dire informarsi, cercare di capire. Rendersi conto che non è bello avere soggetti ai concerti che vengono solo per far male, oppure gente che ha comportamenti razzisti e sessisti. Se non ce l’hai, puoi dire “Io ascolto hardcore” ma la cosa finisce li.
Una domanda d’obbligo: parlaci del famoso “Yo del Paso”, ormai diventata la tua firma.
Lo “Yo” viene da Jovanotti del periodo anni ’80, quello vestito da scemo con il suo finto rap made in Claudio Cecchetto. Un grande idiota, ma un grande idiota intelligente, che ha saputo vendersi molto bene. Mi ricordo che possedevo pure il cappellino con la scritta “Yo” vinto con le merendine e la maglietta “E’ Qui La Festa?” comprata in un negozio di carabattole in centro a Cesena. Ora Jovanotti per me è solo un grande demente, che fa pessima musica. La faceva pure prima, ma almeno mi faceva ridere. Ora mi fa venire il latte di soia alle ginocchia, ahaha!
Hai carta bianca per dire ciò che vuoi. Grazie per la tua saggezza Paso! Posso dire Yo? Yo!
Prima di tutto molte grazie per l’ospitalità, Gab. E’ stato un onore e un privilegio essere ospite nel tuo blog. Tu sei la prova, che pure in una scena hardcore come la nostra (molto spesso preda di “small man, big mouth”), si possono fare le cose con professionalità ed etica. Volevo salutare e ringraziare: Ale e Paolo Assurd Records, Matteo e Grindpromotion, Mirco Here & Now, Mila, Koppa e Ste Agipunk, Marcella e i Gufonero, Marzia (Kontatto, Ancient Cult, Doxie, ecc. ecc.), Marco Voltani, Giangiacomo De Stefano, Nicholas Salata, il Bocha, Gianluca e Vittorio del Freakout, Casa, Franco Bacchini, Priz, Stefi, Siege Stompers, Chains, Venezia Hc Crew, e tutti gli amici ed amiche che conosco del giro. Ringrazio poi tutti quei soggetti che con i loro comportamenti mi fanno fare delle grosse risate. Non deludetemi mai. Yo!
[ITA] DISCOMFORT (Italia, UK) e FALSE LIGHT (USA) annunciano uno split su vinile.
I Discomfort (Italia, UK) e i False Light (USA) annunciano l’uscita di uno split su vinile che vedrà la luce grazie ad una collaborazione internazionale tra le italiane Assurd Records ed Epidemic Records, la francese Eastrain Records e l’americana Headfirst Records.
Entrambe le band sono dedite a sonorità selvagge, pesanti, potenti e oscure, tra passaggi blast-beat e intermezzi sludge.
Intanto è stata svelata la copertina del disco, realizzata da Ethan Lee McCarthy (dei Primitive Man). L’album uscirà in vinile e sarà disponibile a partire dalla fine di Luglio.
Sia i False Light che i Discomfort hanno all’attivo numerose date e tour. Le band saranno on the road insieme negli Stati Uniti dal 4 al 22 Agosto.
Seguiranno informazioni circa il tour, il preorder del disco e un ascolto in anteprima, ma per ora vi basti sapere questo: questo disco vi stupirà!
Discomfort (Italy / UK) and False Light (South Carolina, USA) have just announced the release of a split on vinyl which will see the light soon thanks to the efforts internationally between Assurd Records (Italy), Epidemic Records (Italy), Eastrain Records (France) and Headfirst Records (USA).
Both bands are dedicated to wild, heavy, loud and dark sounds, between blast-beats and sludge breakdowns.
For now, the cover artwork by Ethan Lee McCarthy (Primitive Man) has been revealed. The LP will be out on vinyl and will be available starting at the end of July 2016.
Both False Light and Discomfort have many shows and tours under their belts. The bands will be embarkingon a tour across the United States August 4th-22nd.
Information about the tour, preorder and an album preview will follow soon. For now you only need to know this: this record is going to blow your mind.
Quello che state leggendo è – finalmente – un nuovo contributo al blog di Epidemic Records. Sono molto contento di riprendere a proporvi dei contenuti, delle riflessioni, delle interviste… Qualcosa che possa incurisirvi, arricchirvi, farvi pensare e intrattenervi.
Ospite di questo post è Turi Messineo, amico che conosco da tempo, incontrato grazie all’hardcore punk. Turi è un personaggio interessante, più di quello che vuole dare a vedere talvolta. Chiacchierare con lui vuol dire vedere il Mondo attraverso gli occhi di un ragazzo che è cresciuto in Sicilia, ha girato il Mondo, spesso grazie alla musica, ha attecchito per brevi periodi in città del Nord Italia e ha avuto a che fare con diversi strati della società controculturale. Tutto questo, mescolato, contaminato, va ad essere la lente attraverso la quale Turi osserva ciò che lo circonda.
Finchè il suo sguardo si è posato, da una certa prospettiva, su quell’insieme di forze, energie, passioni e creatività che prendono il nome quasi indefinibile di “Underground”.
È in quel momento che Turi decide di non limitarsi ad osservare, ma a prendere nota. Nasce così “Black Hole, uno sguardo sull’underground italiano”, un libro (e documentario) che attraverso una finestra offre interessanti spunti di approfondimento sull’underground, talvolta assaporandolo a fondo, talvolta sfiorando la superficie dura e coriacea che a tratti lo contraddistingue, rivelando comunque un nucleo che brucia costantemente, in un vortice spesso fortemente controcorrente a tutto ciò che è mainstream.
Ecco a voi alcune domande che ho posto a Turi, con alcune interessanti risposte. Buona lettura!
Gab // Epidemic Records
Che cos’è in breve Black Hole e qual’è la sua missione?
Ciao Gab, allora prima di tutto io ti ringrazio per avermi coinvolto in questa intervista e per aver dato attenzione al mio progetto oggi, per fortuna e con gran felicità, giunto alla ristampa ad un anno preciso dall’uscita ufficiale. Mesi fa avrei risposto in modo differente e con gran grinta a questa domanda ma adesso, dopo un anno anzi più di ricerca e di scrittura, e dopo aver girato l’Italia veramente in lungo e in largo per descrivere, spiegare, parlare del mio lavoro e incontrare sempre nuove persone, ho raccolto una riflessione differente dal principio.
Black Hole, uno sguardo sull’underground italiano, oltre ad essere un saggio è un contenitore di memorie, di parole e di ricordi, è uno sfogo unico che tende a coinvolgere diversi ambiti e aspetti di un mondo rimasto all’oscuro ma che oggi emerge in modo molto semplice sfruttando ogni tipo di piattaforma e creando attorno a se un bagliore che gli stessi creatori tendono ad allontanare da se stessi quando invece chiedi loro di cosa si tratta effettivamente.
Nato dalla voglia di poter parlare senza paura e senza problemi di un percorso oltre che di una rette fitta di contatti, concetti, elementi musicali artistici e manuali, black hole ha raccolto in se molte interviste rivolte ad alcuni tra i tanti che questi ambienti li hanno vissuti, elementi spesso però che rimangono lontani senza nemmeno accorgersene dal vero fulcro della questione.
E’ uno sguardo perché non sarei mai stato capace di raccontarne ogni aspetto in modo così dettagliato, e non avendone queste capacità vuole piuttosto abbracciarne ogni aspetto e coinvolgere ognuno, senza limiti, senza barriere.
Da dove è nata l’idea di un libro/documentario sull’Underground italiano?
Nasce dalla voglia di raccogliere ciò che la stessa mia vita ha trasmesso al mio essere grazie alle esperienze, agli ascolti, agli incontri che ho avuto la fortuna e la sfortuna di fare in questi lunghi anni.
Nasce a Bologna, dove ho vissuto in un piccolo appartamento insieme con la mia compagna che mi ha particolarmente spinto a eseguire e completare il lavoro intero, sia del libro che del film.
Credi che l’underground italiano sia sostenuto in modo da poter esprimere il proprio reale potenziale oppure in Italia c’è un vuoto di possibilità per quanto riguarda la diffusione e la valorizzazione di ciò che non è mainstream?
In Italia non c’è un vuoto di possibilità, in Italia c’è una scarsa voglia di evidenziare il vero potenziale di ogni cosa fatta o da fare e credo di aver capito anche il perché. Manie di protagonismo.
Quando ero ragazzino e pensavo al punk, vedevo in esso una via d’uscita, crescendo mi sono accorto, abbracciandone alcune parti, penso e spero in modo sufficientemente onesto, che invece non è una via d’uscita ma una via da percorrere sino in fondo. La problematica attuale è il non riconoscere che non sono soltanto i simboli, o i click ad una pagina (parlando in modo moderno), o gli ingressi ad uno show, o le note di un brano a sollevarti da uno scarso livello e trasportarti sulle colonne portanti di questo vasto mondo, ma che sono soprattutto i propri sentimenti e i propri concetti a creare in te una persona, punk o non punk, ma una persona, ed è chiaro che un tipo di musica rispetto ad un’altra possa modellare profili differenti con maggiore o minore forza. Oggi non esiste più una linea di separazione tra underground e mainstream e potremmo star qui a discuterne ore ed ore senza mai giungere a un punto, oggi chi è forte può anche scegliere di spaccare scalando le classifiche con un brano hip hop o con un brano punkrock, credo che l’importante sia mantenere una coscienza, cosa che di questi tempi vedo scarseggiare come d’altronde tanti altri valori che dovrebbero essere impregnati di tutto ciò di cui ho cercato di parlare nel mio libro.
Black Hole attraversa varie sottoculture, tutte accomunate dall’appartenenza a quell’arcipelago indefinito di realtà underground. Che differenze evidenti invece ci sono tra alcune sottoculture da te incontrate nella produzione di Black Hole? Si tratta di mera diversità artistica oppure ci sono grosse differenze nel modo in cui si sono sviluppate?
Ci sono delle differenze notevoli soprattutto nel linguaggio, credo che il linguaggio sia una delle fondamentali differenze tra i vari mondi di cui l’underground si riempie. Esiste però un fil conduttore, quello penso sia l’attitudine, qualcosa che in altri mondi non trovi così forte e quando una volta mi dissero ‘troppo facile rispondere così’ ero credo a Pavia se non sbaglio, mi sono sentito di rispondere in questo modo: la tua è collera, invidia o ignoranza? Perché con attitudine si riesce a star bene in ogni ambiente ed è proprio questo il lato distintivo di un mondo rimasto per troppo tempo, purtroppo all’oscuro.
Non capisco ancora quale sia la paura di non venire allo scoperto in modo vero, senza paura…è una domanda che mi faccio spesso.
Con quale criterio hai selezionato le persone da intervistare? C’è qualcuno che avresti voluto intervistare ma che non sei riuscito ad includere nel tuo lavoro?
Ci sono tante persone che avrei voluto intervistare, tante che mi hanno risposto malamente e non voglio far nomi. Non esiste un criterio, ho tentato di estrapolare direttamente dal mio sguardo e dalle mie esperienze e conoscenze le persone che avevo incontrato negli anni poi ovviamente mi sono lasciato consigliare sul chi inserire da chi ne sapeva anche più di me, come è successo per Dee Mo che non avevo mai conosciuto prima di allora.
Cosa ti aspetti dall’uscita di Black Hole? Credi che ci sia la possibilità per l’Underground di ottenere tramite esso una certa visibilità anche al di fuori della propria comunità oppure è un lavoro indirizzato maggiormente al pubblico “interno”?
Per fortuna, il lavoro è arrivato soprattutto ad un pubblico esterno, di questo vado fiero.
Quali sono state le menzioni e reazioni più inaspettate fino ad ora? So che hai avuto modo di parlarne anche su Radio Rai, per esempio. Come sta reagendo il mondo “mainstream” a questa tua indagine sull’Underground?
Il mondo mainstream è rimasto colpito dal progetto. Ho avuto modo, senza nessun tipo di aiuto di raggiungere anche livelli mediamente alti del mondo della comunicazione e ne sono rimasto contento perché ogni volta ho ricevuto apprezzamenti. Ecco vedi, la cosa è assurda e stento a credere che possa essere così ma gli apprezzamenti maggiori di un lavoro che non voleva ripeto insegnare niente, perché non sono ne un maestro ne un professore ne un dittatore, ma voleva solo raccontare e parlare, dicevo gli apprezzamenti maggiori li ho ricevuti dall’estero e non dall’interno dove ho trovato troppo spesso gran finzioni, pacche sulle spalle e talvolta anche brutte umiliazioni senza se e senza ma.
Parliamo invece un po’ di te. Sei sempre stato impegnato in varie band. Al momento, cosa stai combinando in questo ambito?
Sto scrivendo attualmente un nuovo romanzo che potrebbe non far parte delle storie underground che hanno riempito la mia vita, ma che in qualche modo invece passa di nuovo anche da li. Sto suonando la batteria con gli Onoda, una punk rock band ormai quasi totalmente incentrata sull’aerea territoriale della costiera romagnola e credimi, mi diverto un sacco. Anche li, tentiamo di andare un po’ d’ovunque, soldi non ne vediamo manco con il binocolo e si fa fatica, una fatica immane ma si rimane noi stessi e ci si diverte, questo si. Quando un giorno la gente comincerà a capire che anche questa è fatica e comincerà a ripagarti per ciò che meriti le cose allora cambieranno, molti dicono ‘ ma il punk questa cosa non la dovrà mai raggiungere!’ io rispondo: corbellerie! Perché i punk, quelli puri, i più pure, anche loro oggi campano con gran soldi facendo delle cose che loro pensano siano punk ma che in realtà sono dei lavori ripagati per quel che devono, ne più ne meno.
Sto suonando con una nuova rock band in città a Palermo, la mia città, i MulberrySt. e tenteremo di far strada in tutti i modi sperando di riuscire, mai dire mai.
Sto lavorando come direttore artistico in un piccolo punkrock bar, si chiama Roxanne Bar e dopo due anni devo dire con loro si è riusciti a portare giù in Sicilia davvero buona parte delle band della nostra ‘scena’, chiamiamola ancora così, e sono molto contento di questo, lo siamo tutti in città.
Sono sempre impegnato con il mio festival estivo, il The Island’s Revenge Festival che porto avanti ormai da sette anni e che vedrà quest’anno varie band sul palco, nomi come: Anti You, Cayman The Animal, Teenage Bubblegums…
Sto per pubblicare insieme con un amico, un nuovo format web, un breve talk show che prenderà spunto dal progetto Black Hole, infatti si chiamerà Black Hole Late Show ma che vorrà essere più spedito, divertente, ironico, intransigente e pungente.
Poi faccio tutta una serie di altre stronzate e prendo tanti aerei ogni mese.
Quanto è contata la tua esperienza musicale di questi anni nella creazione dei rapporti che ti hanno portato a creare Black Hole?
Parecchio, totalmente. Se non avessi fatto tutte le esperienze che ho fatto non avrei svolgere questo lavoro, enorme e stancante, si, sono stanco.
Stai già lavorando ad un nuovo progetto. Ti andrebbe di dirci qualcosa a riguardo?
Come ti dicevo è un lavoro totalmente differente, non voglio dire altro per non annoiarvi.
Hai campo libero per dire ciò che vuoi a chi ti sta leggendo. Vai!
Quando dite di essere punk o militanti o rapper di spessore socio politico, state confermando di non esserlo. Avete addosso cumuli di etichette che se pur minime fanno tutte capo ad aziende che muovono capitali monetari, siete coperti di tatuaggi inchiostrati con colori industriali e pagati fior di danari. Mi insegnate poi che non è questo l’essere punk e non è l’essere tutto ciò che dite di essere.
Quando dite di essere punk, siate prima di tutto punk dentro voi stessi, allora verrà più facile aprir bocca per tirare fuori concetti e poi, anche proclami.
[ITA] Il power trio punk rock di Madrid Wild Animals pubblica un nuovo album, intitolato “Basements: Music To Fight Hypocrisy”.
Il disco esce in formato 12″ con copertina gatefold e vinile in 2 colori: nero (800) e verde (200).
Anche se niente può fornire una descrizione migliore che un bell’ascolto del vinile sul vostro giradischi, questa band è sicuramente la prossima band preferita di tutti i fan di RVIVR, Hüsker Dü e Dinosaur Jr.
VINILE VERDE DISPONIBILE SOLO PER I PRIMI 6 PREORDER!
La data di spedizione dei preorder è ancora da definire.
Pack #1: Vinile (9 € anzichè 11; -18%)
Pack #2: Vinile + Borsa Epidemic Records (Nera o Cotone) (12 € anzichè 17; -30%)
Pack #3: Vinile + T-Shirt Epidemic Records (Nera o Bianca) (18 € anzichè 24; -25%)
Pack #4: Vinile + T-Shirt Epidemic Records (Nera o Bianca) + Borsa Epidemic Records (Nera o Cotone) (23 € anzichè 30; -24%)
(T-Shirt Epidemic Records su abbigliamento Earth Positive: biologico, fair trade, sweatshop free, climate neutral)
[ENG] The Madrid-based punk rock power trio Wild Animals is releasing a new album called “Basements: Music To Fight Hypocrisy”.
The Record comes in 12″ format with gatefold cover and vinyl in 2 colors: black (800) and green (200).
Althought nothing provides a better description than putting a vinyl on your turntable, this band is definitely the next favorite band for fans of RVIVR, Hüsker Dü and Dinosaur Jr.
GREEN VINYL AVAILABLE JUST FOR THE FIRST 6 PREORDERS!
Preorder shipping date is still to be defined.
Pack #1: Vinyl (9 € instead of 11; -18%)
Pack #2: Vinyl + Epidemic Records Tote Bag (Black or Cotton) (12 € instead of 17; -30%)
Pack #3: Vinyl + Epidemic Records T-Shirt (Black or White) (18 € instead of 24; -25%)
Pack #4: Vinyl + Epidemic Records T-Shirt (Black or White) + Epidemic Records Tote Bag (Black or Cotton) (23 € instead of 30; -24%)
(Epidemic Records T-Shirt on Earth Positive apparel: organic, fair trade, sweatshop free, climate neutral)
#RSD, Yay or Nay? We don’t care much, as we’re celebrating our own RECORD STORE WEEK! APRIL 11th-17th!
#RSD, Sì o No? Non ci importa molto, dato che festeggiamo la nostra RECORD STORE WEEK! 11-17 Aprile!
>> READ CAREFULLY / LEGGERE ATTENTAMENTE <<
[ITA] (English follows) (Solo per l’Italia / Italy Only; rest of the World as follows) Piazza un ordine da (almeno) 30 € e avrai:
SPEDIZIONI TRACCIABILI GRATIS
BORSA EPIDEMIC RECORDS IN REGALO (Logo, Cotone)
UN CODICE SCONTO ESCLUSIVO PER RISPARMIARE IL 10% SUL TUO PROSSIMO ORDINE!
Come? Usa il codice RECORDSTOREWEEKITALIA (Italy only, others read below!) una volta raggiunti i 30 € nel tuo carrello! È il tuo primo ordine? Usa il codice SALE10 per avere un ulteriore SCONTO del 10%! Siamo fuori di testa? Assolutamente sì!
Alcune cose da sapere:
La promozione parte Lunedì 11 alle 9.00 e finisce Domenica 17 alle 23.59
Tutti gli ordini di questa settimana saranno spediti a partire da Martedì 19
Il codice esclusivo “SCONTO 10%” vi sarà inviato via e-mail e sarà utilizzabile fino al 31 Luglio.
[ENG] (For all Countries but Italy) Place an order of (at least) 60 € and you will get:
FREE TRACKABLE SHIPPING
FREE EPIDEMIC TOTE BAG (Logo, Cotton)
AN EXCLUSIVE DISCOUNT CODE TO GET 10% OFF YOUR NEXT ORDER!
How? Use the code RECORDSTOREWEEKWORLD (all Countries but Italy) once you reach 60 € in your cart!
Is this your first order? Use the code SALE10 to get an extra 10% OFF your order! Are we crazy? Yes we are!
A few things to know:
The promotion starts on Monday 11th at 9.00 AM (CET) and finishes on Sunday 17th at 11.59 PM (CET)
All orders in this week will be shipped starting from Tuesday 19th
The exclusive “10% OFF” code will be sent you via e-mail and will be usable until July 31st