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Diego (DIYSCO): Perchè una band / etichetta / musicista o altro dovrebbe iscriversi? – Intervista –

DIYSCO.com, un giovane ma molto interessante progetto web indirizzato a chi vive in quella galassia chiamata “Musica”.
Musicisti, band, etichette, grafici, locali, promoter… tutti possono trovare spazio su DIYSCO.
Sempre più persone stanno rivolgendosi al sito, l’attenzione aumenta, l’interesse pure. Ma è veramente la bombetta che ci sembra essere? Ce lo spiega Diego, una delle menti (ma anche delle paia di braccia) dietro al progetto. Abbiamo fatto domande interessanti e abbiamo ricevuto risposte ancora più interessanti. Da leggere!

(NB: Anche Epidemic Records è su DIYSCO! Abbiamo aperto la nostra pagina e piano piano la stiamo arricchendo di informazioni. Siamo qui: http://www.diysco.com/profile/epidemic-records/

www.diysco.com

Banner per DIYSCO realizzato da Thunderbeard.
Banner per DIYSCO realizzato da Thunderbeard.

Cos’è DIYSCO? Volete dire una volta per tutte alla gente come va pronunciato?

Haha… DIYSCO nasce dall’unione di “DIY” e “discover”. Quindi si legge “disco”, come discoteca.

Da dove viene l’idea?

Era l’estate del 2014, mi trovavo in macchina e stavo ascoltando una trasmissione radio nella quale si raccontava come negli anni ’80 fosse abitudine per le band quella di portare le proprie demo-tape ai negozi di dischi delle etichette discografiche preferite della città. Il titolare dell’etichetta contattava poi le band con una lettera nel caso in cui avesse poi deciso di produrle. La storia era un attimo più avvincente di come l’ho raccontata io, perché di fatto venivano presi come esempio Kurt Cobain e i Nirvana. La cosa che ha stimolato il processo creativo è stata che in un certo senso in tutta la attuale digitalizzazione dei rapporti e dei contenuti musicali si sia persa un po’ per strada la relazione umana. L’idea embrionale di DIYSCO consisteva nella creazione di una specie di network/etichetta che pur essendo sul web, riuscisse a ripercorrere delle logiche relazionali un po’ meno fredde e distaccate dei network di oggi per la musica. Myspace in un certo senso è riuscito per un po’ di anni a farcela, prima di essere affossato per motivi che ancora oggi non comprendo a pieno.

Perchè una band / etichetta / musicista o altro dovrebbe iscriversi a DIYSCO?

Sono di parte, ovviamente, ma credo che ci siano diversi motivi per i quali chi è nella musica potrebbe pensare di essere su Diysco. Innanzitutto penso che i profili personali abbiano funzioni utili, come ad esempio la possibilità di vendere o scambiare strumentazione tra persone riconoscibili. Le pagine invece offrono alle etichette per esempio la possibilità di caricare il proprio catalogo, e questo fa si che navigando i profili delle etichette in poco tempo si possano conoscere nuovi artisti, che magari sono anch’essi sul sito, e che magari hanno appena fatto uscire una tshirt che ci piace e che vogliamo comprare.

Cioè quello che voglio dire è che DIYSCO è uno strumento prima di tutto di scoperta. Serve a curiosare nella musica.

La cosa che differenzia la piattaforma da tutte le altre è poi che si tratta di un network glocal, quindi sul sito troverete solo band italiane, e man mano che il sito crescerà si potrà in poco tempo avere una panoramica della scena di ogni città.

Voi o chi ha usufruito del servizio, avete visto dei tangibili risultati frutto unicamente della visibilità ottenuta con DIYSCO?

Forse dovremmo chiederlo alle band. Dal nostro punto di vista credo di poter dire che pur essendo noi stessi una realtà emergente, nel corso del primo anno abbiamo dato spazio a tantissime band e artisti di generi differenti, dal punk all’elettronica, passando per l’indie e per i generi più sperimentali.

Sono sicuro che alcune di queste band qualche piccolo beneficio lo abbiano avuto, sia che si tratti di avere 1 fan in più grazie a noi, o di aver venduto 1 disco. Senza di noi magari non sarebbe successo, e questo è il senso di ciò che facciamo.


Qual’è la cosa più difficile da fare quando si progetta un sito come questo?

Sicuramente le cose difficili son principalmente due: la prima è quella di dare una utilità al portale, ovvero di rispondere ad un bisogno del pubblico al quale ci si rivolge. La seconda è di riuscire a risultare facilmente comprensibili. Il sito deve essere facile da usare, intuitivo e veloce. La maggior parte del nostro tempo la investiamo in questo senso.

Pensate che il vostro sito possa offrire qualcosa che i vari social network già non offrano in termini di visibilità e presenza internet per le band? E se sì, che cosa?

DIYSCO è un mashup. Prende ingredienti diversi per creare una cosa nuova. Permette di far rete all’interno della propria nazione in modo più efficace, semplicemente perché essendo un contenitore più piccolo dei tradizionali social, i meccanismi risultano più gestibili, e le persone presenti sul sito possono promuovere in modo mirato ciò che fanno risultando più rilevanti rispetto ad un network popolato da decine di milioni di utenti. Ha davvero senso partire dal grandissimo per arrivare (forse) a sapere cosa c’è nel piccolo? Pensiamo abbia più senso sapere cosa c’è di buono attorno a noi prima di tutto…

Il gazebo di DIYSCO. Passate a trovarli e a conoscere il progetto!
Il gazebo di DIYSCO. Passate a trovarli e a conoscere il progetto!

Qual’è il tallone d’Achille di DIYSCO e cosa farete per migliorarlo?

Sicuramente il fatto di essere poche persone a dover gestire molte attività legate al sito. Tanto per farti capire, siamo in 4, e ognuno di noi lavora, chi in proprio chi come dipendente. Ogni settimana ci sono concerti e festival ai quali vorremmo esser presenti, ma spesso sono distanti e non sempre possiamo andare. Inoltre l’attività del sito si divide in prendersi cura del sito che ora è online quotidianamente, ma nel frattempo sviluppare le funzionalità e le novità che dovranno uscire nelle settimane seguenti. È un progetto super-stimolante, ma molto impegnativo.

Intravedete la possibilità per DIYSCO di varcare i confini italiani oppure è stato pensato come progetto unicamente rivolto all’Italia?

Il progetto originale prevede che ogni nazione abbia la propria release della piattaforma e la propria homepage dedicata, ma che gli utenti delle diverse nazioni possano poi interagire tra loro generando reti. Questo però è un punto che può essere affrontato tra alcuni mesi, prima vogliamo rendere la versione italiana efficiente al 110% e popolata. Sarebbe davvero un sogno che si realizza quello di aver dato vita e ad un social network italiano partendo da qui e non dovendo emigrare.

Siamo molto ben consapevoli delle difficoltà e degli ostacoli. Ma per ora abbiamo avuto l’aiuto di tantissime band, etichette e di un sacco di persone che credono nel progetto e che spero lo sentano anche come loro.

Feed Me More live. DIYSCO representz!
Feed Me More live @ Mantova. DIYSCO representz!

Ci sono altri strumenti / applicazioni / siti che suggeriresti ad un musicista / etichetta / band? C’è la possibilità di integrare questi servizi con quelli già offerti da DIYSCO?

Nella piattaforma nuova abbiamo dato la possibilità di incorporare praticamente qualsiasi cosa esistente sul web: soundcloud, spotify, youtube, bandcamp ecc…

Sicuramente l’offerta è molto buona. Tutte queste piattaforme dal punto di vista tecnico sono incredibili. Se dovessi però suggerire qualcosa a chi ama la musica direi prima di tutto di seguire le webzine musicali e i blog, soprattutto quelli che si sforzano di fare ricerca e proporre musica di qualità e non di fare cartello.

Qual’è la cosa più bella e quale la cosa più brutta che vi sono state dette circa DIYSCO?

La cosa più bella che ci sentiamo dire è “andate avanti”. La cosa più brutta onestamente devo ancora sentirla.

È capitato che un ragazzo abbia scritto un commento tipo “del DIY con la Partita Iva mi fido poco” sotto ad un post. L’ho contattato e gli ho spiegato perché per gestire un social network con nomi, mail e password serva una partita Iva in Italia e penso nel mondo. Adesso è un utente attivo del sito e credo apprezzi ciò che stiamo facendo e sono molto contento di questa cosa.

Diego di DIYSCO.
Diego di DIYSCO.

Lascio carta bianca per poter aggiungere qualsiasi cosa vogliate.

Non mi hai chiesto come facciamo a guadagnarci, che è generalmente la domanda più gettonata… 🙂

Per ora non ci guadagnamo, anzi, ci spendiamo per mantenere i server. DIYSCO dall’inizio è auto-finanziato e auto-prodotto dalle persone che ci lavorano. Essendo un gruppo di web designer, sviluppatori, grafici e blogger possiamo contribuire al progetto col nostro lavoro senza svenarci per pagare professionisti del nostro stesso settore. L’idea di sostenibilità che abbiamo è basata su un’utenza tale che permetta una raccolta pubblicitaria non invasiva e basata su sani principi che basti a remunerare almeno in parte il nostro lavoro.

Grazie, ci vediamo in giro!

La Prospettiva live @ Pesaro. DIYSCO presente!

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